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Come il tuo brand e i tuoi servizi possono diventare virali

Come il tuo brand e i tuoi servizi possono diventare virali

Nell’articolo precedente abbiamo visto come “sfruttare” a tuo vantaggio i contenuti “virali” di altri utenti. 


E se fossi proprio tu a creare questi contenuti per il tuo pubblico?


Il Marketing Virale è un tipo di marketing non convenzionale che sfrutta la capacità comunicativa di pochi soggetti interessati per trasmettere un messaggio a un numero elevato di utenti finali. La modalità di diffusione del messaggio segue un profilo tipico che presenta un andamento esponenziale, proprio come farebbe un virus (fonte Wikipedia).


Creare un contenuto capace di diventare virale non è semplice o scontato. Gli utenti sono diventati più scaltri e riescono chiaramente a individuare le “forzature” di alcuni brand. Infatti, negli ultimi anni gli studi di marketing suggeriscono di nascondere la “natura artificiale” del contenuto omettendo, ad esempio, marchi o loghi.

Più in generale un contenuto può diventare virale se ritenuto originale, divertente, emozionante.


Una campagna corretta di viral marketing prevede, quindi, la creazione di una strategia di comunicazione ben definita e pianificata fino ai minimi dettagli.



L’“ideavirus” e la sua rivoluzione 


Uno dei primi esponenti del marketing virale è stato Seth Godin, famoso studioso del permission marketing, cioè la creazione di strategie in grado di ottenere l’attenzione attiva e il consenso dei consumatori prima di inviare loro messaggi pubblicitari.


Capire bene questo principio è indispensabile per fare tuo il concetto alla base dell’ideavirus e, quindi, del viral marketing.


Il principio iniziale è quello che a nessuno di noi piace essere interrotto con spot o messaggi pubblicitari che non destino il nostro interesse.

Anzi, investire budget folli in pubblicità rivolte al target mondo (ndr a tutti e nessuno in contemporanea), non sarà mai sufficientemente ripagato dal numero di prenotazioni nella tua struttura.


La formula ideale non consiste nel cambiare l’Hotel e tantomeno il messaggio pubblicitario! 


Prima di tutto, è fondamentale trovare con estrema precisione le proprie buyer persona e tra di esse individuare quelle più propense ad abbracciare una novità, come un servizio innovativo.


L’ideavirus prende vita proprio dal tuo target, si intrufola in un gruppo ristretto di persone per poi allargarsi al resto dei potenziali clienti.


Perché, allora, Godin ci parla di Ideavirus e non di prodotto virus? Semplice, nel viral marketing, non è il prodotto a diventare virale, ma l’idea alla base della creazione di quel prodotto.


Pensaci bene: le idee, soprattutto quelle vincenti, sono destinate a durare molto di più del prodotto di per sé. Le idee possono arrivare a toccare l’anima delle persone, fornendo un senso di appartenenza, affascinano ed educano allo stesso momento. 

(Se hai bisogno di un esempio pratico prova a pensare all’Iphone: l’idea è vincente, il prodotto si evolve di anno in anno).


Quindi, per diventare virale è proprio su un’idea che devi puntare!!!


Trova e lancia la giusta idea alle giuste buyer persona, affinché queste la trasmettano e diffondano con un semplice passaparola.



Le basi del marketing virale 


Dopo aver conosciuto la protagonista della nostra strategia di marketing virale (l’idea), passiamo adesso a capire quali sono i pilastri fondamentali di una campagna virale. Per farlo disturbiamo un altro illustre cervellone del marketing: Jonah Berger e in particolare quelli che lui, nel suo libro “Contagioso” definisce STEPPS

L’acronimo STEPPS individua i seguenti passaggi: Social Currency, Triggers, Emotion, Public, Practical Value e Stories.



  • Social Currency (o valuta sociale): in pratica l’elemento principale che ci spinge a condividere un contenuto è quello di considerarlo come valuta sociale. In pratica condividiamo ciò che ci aiuta ad essere percepiti dagli altri come l’idea migliore di noi. Per spiegarci meglio: condividiamo video romantici se vogliamo apparire dolci ed emotivi; optiamo per video divertenti se vogliamo essere visti come persone divertenti e leggere… Se per comprare oggetti e servizi usiamo il denaro per acquisire l’immagine che vorremmo avere usiamo questa “valuta sociale”.


  • Triggers (o grilletto): questo termine nasce nell’ambito della psicologia dei traumi e pian piano ha trovato spazio nel mondo del marketing. Il trigger, in pratica, è lo stimolo, l'azione che utilizzi per influenzare la risposta del tuo target verso un comportamento utile al raggiungimento di un obiettivo. Solitamente per questa azione si utilizzano gli elementi con cui entriamo in contatto ogni giorno e che possono far venire in mente il nostro brand ogni volta che vengono visti.


  • Emotion (emozioni): in particolare sono le emozioni, soprattutto quelle intense, che ci spingono a condividere contenuti con gli altri. Tra le emozioni intense possiamo considerare: la felicità e l’euforia o la rabbia e l’indignazione.


  • Public (pubblico): in questo caso il termine pubblico identifica quel prodotto o servizio che il pubblico può vedere, usare e condividere. Ricordati sempre che le persone tendono a imitarsi alla ricerca continua di quello che è definito come la “riprova sociale”. In pratica la “riprova sociale” è il principio che stabilisce che le persone tendono a ritenere più validi i comportamenti o le scelte se effettuate da un numero maggiore di persone.


  • Practical Value (valore pratico): In sintesi il prodotto o il servizio deve essere ritenuto utile per chi lo usa o ne usufruisce. In questo campo sono maestri tutti quegli “influencer” che pubblicano video utili e pratici nella vita di tutti i giorni.


  • Stories (storie): se dietro un prodotto o un servizio c’è una vera e propria storia siamo inconsciamente più spinti a condividerlo con gli altri. Ed è qui che la tua capacità di fare storytelling diventa fondamentale. Il massimo del successo lo si raggiunge, poi, quando il tuo brand diventa parte integrante della storia senza mai essere realmente nominato.



Esempi pratici di viral marketing 


Sappiamo bene che dopo tutta questa teoria adesso bisogna passare alla pratica. Quindi, caro albergatore, abbiamo scovato per te degli esempi pratici di chi, facendo il tuo mestiere, è stato in grado di cogliere l’occasione e lanciarsi in questa esperienza.


L’Adare Manor Hotel 

Quante volte i tuoi ospiti hanno dimenticato in struttura un oggetto? Bene è proprio dalla dimenticanza di una piccola ospite dell’Adare Manor Hotel, che prende il via una delle campagne di viral marketing più azzeccate. 

Il piccolo coniglio di peluche dimenticato nella sala colazioni dell’hotel ha permesso, infatti, alla struttura di mostrare al pubblico tutti i suoi servizi in modo unico e divertente. Per raccontare la storia su Facebook lo staff dell’albergo di lusso, affiliato a The Leading Hotels of the World, ha ricostruito il soggiorno del peluche in hotel mentre aspettava che qualcuno tornasse a prenderlo.

La breve storia (3 giorni in totale) del piccolo peluche inizia con il protagonista dimenticato nella sala colazioni. Pian piano vengono postate tutte le immagini che, con la scusa di tranquillizzare la piccola proprietaria, vedono il coniglio protagonista di massaggi a 5 stelle e deliziosi tè, divertenti siparietti con lo staff.


CitiznM


Questo hotel è l’esatto contrario del concetto di cliché del settore. La loro filosofia dell'ospitalità è basata sul concetto “more is less”. La loro scuola di pensiero è quindi basata sull'eliminare tutto ciò che non serve e puntare di più su ciò che fanno. Per pubblicizzare, quindi, la nuova struttura di New York, i cervelloni del marketing hanno utilizzato alcuni dei più scontati elementi del mondo alberghiero non solo per presentarsi.



Conclusioni



Come puoi vedere esistono moltissimi modi per rendere “virale” il tuo brand. Adesso tocca a te: rendi virale la tua idea geniale… e se hai bisogno di un suggerimento, contatta subito il nostro team!

Michela Gaetani

Co - Founder

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